Joseph Thamby, Servo di Dio (1883-1945)
Thamby Joseph, laico, terziario francescano, Servo di Dio. Joseph trascorse gli ultimi anni (dal 1939) della sua vita in Peddavutapally, nello stato federale di Andhra Pradesh in India, dove morì il 15 gennaio 1945. Egli aveva prima dimorato e lavorato negli stati federali di Puducherry, Kerala e Tamil Nadu, lasciando un ricordo di austerità, preghiera, e carità; erano ben conosciute le sue opere di evangelizzazione come le sue esperienze mistiche. Nel frattempo, la sua famiglia si era dispersa dentro e fuori l’India; egli stesso, per la sua umiltà, evitò sempre di parlare di sé e meticolosamente bruciava o faceva distruggere documenti che oggi avrebbero potuto servire per una più accurata ricostruzione alla sua vita, che non può essere documentata in ogni sua fase.
Nacque nel settembre 1883 dai coniugi Thamby Savarymuthu e Annamalle; la sua era una famiglia benestante della comunità Vellala in Sirone. Crebbe in Puducherry (Pondicherry), allora una colonia francese in India. Ebbe un fratello più giovane, Dhayirian; la madre morì quando i due avevano rispettivamente sette e due anni. Il padre si risposò e dal secondo matrimonio nacque Maria. A dodici anni Giuseppe, insieme con altri compagni, stava preparandosi alla prima comunione e alla cresima; la matrigna si mostrava contraria, ma nonostante ciò, egli ricevette i sacramenti. A causa delle avverse circostanze create dalla matrigna, il ragazzo lasciò la famiglia e raggiunse il Kerala, dove fu accolto ed educato da una pia donna. Il fratello, invece, andò a Saigon, in Vietnam, colonia francese fino al 1956, dove sposò Mary Therese: ebbero tre maschi e una femmina, che divenne monaca carmelitana a Puducherry. Dhayirian Thamby morì nel 1935.
In Kerala, Joseph ricevette una buona formazione religiosa. Aveva già, per natura, una predisposizione alle cose dello spirito. Di tanto in tanto, visitava il suo luogo natale, dove elemosinava senza essere riconosciuto da nessuno; una volta anche suo padre, senza riconoscerlo, gli diede qualche soldo. Ma nel 1928 sua nonna lo riconobbe ai funerali di un parente. Nel corso di queste visite, Joseph vestiva il cilicio e viveva da mendicante, godendo già di fama di santità. Il 14 ottobre 1932, vestito l’abito francescano, si presentò in Puducherry alla professione religiosa del nipote Gabrielle Therese OCD (morta nel 1985). Quando gli venne chiesto con insistenza dove si trovava, rispose che doveva tornare al suo convento di Kollam, in Kerala. Aveva allora circa cinquanta anni.
Già dal 1931 il cappuccino francese Symphorien da Parigi si trovava in Kollam, per costruire lo studentato di St Antony’s Friary, inaugurato nell’anno seguente. Joseph tentò di entrare nell’ordine cappuccino, tuttavia, a causa della sua elefantiasi sulla gamba destra e per “la troppa pietà”, non fu accolto. La sue esperienze estatiche furono giudicate come il frutto di attacchi epilettici. Tra i cappuccini era una volta consuetudine, per i postulanti all’Ordine, essere ammessi prima nel Terz’ordine francescano tramite la vestizione (l’abito senza il cappuccio, la corda e il rosario), il noviziato e la professione, per poi entrare nel noviziato dei frati. Sicuramente i suoi cinquanta anni non deposero a suo favore. Tuttavia, anche dopo aver lasciato i cappuccini il terziario fra Joseph Thamby continuò a portare l’abito, come confermano alcune fotografie e diversi testimoni. Pregava il breviario in latino e conosceva il tamil, il francese, il malayalam, l’inglese e il telugu.
Fedele alla sua vocazione francescana, visse una vita ascetica e itinerante, in preghiera e penitenza, mendicando in favore dei bisognosi, dedicandosi tutto all’evangelizzazione, facendo opera di riconciliazione e promuovendo la pace. Fondò il Terz’ordine nella diocesi di Kumbakonam in Tamil Nadu; lavorò quattro anni in Manathidal, poi si trasferì in Tanjavur. Nel 1939 Thamby si trovò nella arcidiocesi di Verapuzha, in Kerala, dove l’Arcivescovo Joseph Attipetty gli chiese di collaborare alla formazione dei fratelli dell’istituto “Theresian Brothers”, da lui fondato per l’opera dell’evangelizzazione; gli fu chiesto, tra l’altro, di addestrare due frati per portare avanti la loro “Puthur Mission” (Ponnukara) nel distretto di Thrissur, ma questi lo consideravano pazzo e non accettarono le sue indicazioni. Fatta eccezione per alcuni brevi periodi, dal 1939 fino alla morte (1945) lavorò in Avutapally, nella diocesi di Vijayawada, cercando di diffondere la Buona Novella nei villaggi d’intorno: viveva in una capanna e visitava le famiglie; attirò molti a Gesù Cristo, non tanto per i suoi discorsi eloquenti, ma per la sua vita di semplicità e di austerità, sulle orme di Cristo crocifisso. Grazie al suo operato, più di trenta famiglie in Avutapally divennero cattoliche.
Continuò a visitare i villaggi, in particolare Kesarapally, Uppaluru, Manikonda e Vatluru, fino a una settimana prima della sua morte. Dopo il Natale 1944 si recò a Manikonda; tornò quindi febbricitante a Avutapally, il 6 gennaio 1945. Le sue opere nei villaggi, i frequenti digiuni e le molte austerità avevano irrimediabilmente minato la sua salute. Il 15 gennaio le sue condizioni peggiorarono. Circondato dalla famiglia Boyapati, da lui convertita, e da diversi amici e devoti, morì in quello stesso giorno all’età di 63 anni. L’anniversario della sua morte viene celebrato con grande solennità ogni anno, con la partecipazione di decine di migliaia di devoti, nei giorni 13-15 gennaio.
Fonti bibliografiche:
1. Avito Pottukulam, Biography of Brother Joseph Thamby, Pedavutapally 1973;
2. Oswald Pratap, My beloved son Joseph Thamby. The Holy Franciscan of Avutapally, Enikepadu 2009.
Fr. Benedict Vadakkekara, OFM Cap,
Capuchin Historical Institute, Rome, Italy
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